Università
della
Svizzera
italiana
Accademia
di architettura
Laboratorio
di Storia
delle Alpi

 
 

Libri

 

Seit 500 Jahren werden in Europa Reliefs gebaut, doch bis heute sind diese Modelle noch nie umfassend gewürdigt worden. Das liegt daran, dass sich ihre Entstehung und Verwendung in ganz unterschiedliche kulturelle Zusammenhänge einfügen. In ihren Anfängen in den italienischen Stadtrepubliken standen Reliefs im Schnittpunkt von Militär, Kunst, Politik und Religion, im 17. Jahrhundert dienten sie absolutistischen Herrschern wie Ludwig XIV. und ihren Baumeistern zur Veranschaulichung komplexer gewordener Befestigungstechniken, im 18. Jahrhundert stand die Repräsentation ausgedehnter Landschaften im Vordergrund. Danach entdeckten die Erdwissenschaften das Relief, die Pädagogik propagierte seine Verwendung im Schulunterricht, Industrie und Tourismus nutzten es kommerziell für die Freizeitkultur. In jüngster Zeit erscheint es als virtuelles Modell in der Computertechnologie. Warum begann man in Europa damit, Reliefs zu bauen? Wie veränderten sich die Motivationen? Und wie wurden die Modelle verwendet und wahrgenommen? Diesen Fragen ging eine interdisziplinäre Tagung anhand von Fallstudien aus verschiedenen Ländern und Jahrhunderten nach. Sie Hatte das Ziel, einen Überblick über die Geschichte dieser Stadt- und Landschaftsmodelle zu gewinnen. Hier werden die Tagungsbeiträge publiziert.

Europa Miniature.
Die kulturelle Bedeutung des Reliefs,
16.-21. Jahrhundert
Il significato culturale dei rilievi plastici, XVI-XXI secolo
a cura di
A. Bürgi
235 pp.
Neue Zürcher Zeitung, Zurigo 2007


Since the publication of Philippe Ariès’s book, Centuries of Childhood, in the early 1960s, there has been great interest among historians in the history of the family and the household. A central aspect of the debate relates the story of the family to implicit notions of modernization, with the rise of the nuclear family in the West as part of its economic and political success. During the past decade, however, that synthesis has begun to break down. Historians have begun to examine kinship – the way individual families are connected to each other through marriage and descent – finding that during the most dynamic period in European industrial development, class formation, and state reorganization, Europe became a “kinship hot” society. The essays in this volume explore two major transitions in kinship patterns – at the end of the Middle Ages and at the end of the eighteenth century – in an effort to reset the agenda in family history.

David Warren Sabean,
Simon Teuscher, Jon Mathieu
Kinship in Europe. Approaches
to Long-Term Development
(1300-1900)
336 pp.
Berghahn Books, New York-Oxford 2007
ISBN 978-1-84545-288-9

Qual è il ruolo, reale e simbolico, delle Alpi occidentali durante la Seconda guerra mondiale? Attorno a questo interrogativo si sono riuniti ricercatori e ricercatrici di Francia, Italia e Svizzera, al termine di un primo percorso di ricerca svolto nell’ambito del Progetto Interreg IIIA "La memoria delle Alpi". La presenza in un unico volume di contributi sui tre paesi che compongono l’arco alpino occidentale permette di evidenziare alcune peculiarità di questo territorio durante il conflitto: le Alpi come luogo di rifugio e di fuga, come "centro" ( di battaglie, di resistenza, di scambi, di produzione) e come ponte simbolico tra le nazioni europee.

Quelle est la fonction, réelle et symbolique, des Alpes occidentales pendant la Deuxième guerre mondiale ? Sur cette question, des chercheurs et des chercheuses Français, Italiens et Suisses se sont penchés, à la fin d’un premier parcours de recherche effectué dans le cadre du Projet Interreg IIIA «La Mémoire des Alpes». La présence dans un seul volume de contributions sur les trois pays qui composent la région alpine occidentale permet de mettre en évidence certaines particularités de ce territoire pendant le conflit : les Alpes comme lieu de refuge et de fuite, comme « centre » (de batailles, de résistance, d’échanges, de production) et comme pont symbolique entre les nations européennes.

Saggi di / Contributions de
Ersilia Alessandrone Perona, Adriano Bazzocco, Antonella Braga, Alberto Cavaglion, Ruggero Crivelli, Jean-William Dereymez, Jean-Claude Duclos, Anne-Marie Granet-Abisset, Claude Hauser, Christian Luchessa, Paolo Momigliano Levi, Gianni Perona, Francesca Pozzoli, Simon Roth, Nelly Valsangiacomo, Marino Viganò, Anouchka Winiger.

Le Alpi e la guerra:
funzioni e immagini
Les Alpes et la guerre:
fonctions et images
a cura di
N. Valsangiacomo
Giampiero Casagrande editore, Lugano 2007


En regard de l'abondante littérature consacrée à l'histoire des sports, les rayons réservés aux sports d'hiver n'occupent qu'une surface modeste. Pour pallier cette lacune, l'Istituto di storia della Alpi (ISAlp) de l'Università della Svizzera italiana a organisé en février 2004, à Lugano, un colloque réunissant une vingtaine de chercheurs d'Allemagne, d'Autriche, de France, d'Italie et de Suisse en vue d'un échange de connaissances sur la thématique des sports d'hiver dans l'espace alpin. Le présent ouvrage contient une sélection des contributions présentées à cette occasion. Les textes publiés apportent de nombreux éléments nouveaux venant compléter les travaux déjà existants. Vu l'aire géographique traitée, l'ouvrage devrait faciliter la réalisation de futures études comparatives. Avec des contributions de: Fabrizio Bartaletti, Thomas Busset, Yann Drouet, Gerd Falkner, Anneliese Gidl, Marco Marcacci, Rudolf Müllner, Alessandro Pastore, Michel Raspaud, Cordula Seger.

Pour une histoire des sports d’hiver /
Zur Geschichte des Wintersports.
Actes du colloque de Lugano,
20-21 février 2004
a cura di
Th. Busset, M. Marcacci
204 pp.
Centre International d’étude du sport, Neuchâtel 2006


Città di uno Stato neutrale, Lugano non ha vissuto direttamente la guerra sul suo territorio: al contrario di Torino, Novara o Grenoble, non ha subito né bombardamenti, né occupazione; eppure, la sua posizione e il ruolo giocato soprattutto dopo l’armistizio italiano dell’8 settembre 1943 giustificano la scelta di dedicarle una guida interamente focalizzata sul periodo della seconda guerra mondiale. L’organizzazione della vita quotidiana in tempo di mobilitazione e razionamenti, l’allestimento di campi d’internamento per i profughi e l’ospitalità offerta ai rifugiati liberati dal controllo militare, lo scambio culturale tra i luganesi ancora chiusi in un Ticino povero e prevalentemente agricolo e i rifugiati italiani provenienti da grandi città e appartenenti al mondo politico culturale del loro Paese, così come l’attività dei servizi d’informazione svizzeri e stranieri insediatisi in città soprattutto dopo l’armistizio italiano, hanno permesso di ricostruire, attraverso i luoghi che ospitarono queste attività, l’ambiente cittadino dell’epoca e la sua storia.

F. Pozzoli, Ch. Luchessa
Lugano 1939-1945. Guida ai luoghi,
ai personaggi e agli avvenimenti
della città e dei suoi dintorni
in tempo di guerra
286 pp., Lugano 2006


Il volume ricostituisce l’intenso fenomeno migratorio che ha caratterizzato le Alpi italiane tra l’epoca moderna e la prima metà dell’Ottocento. Negli ultimi anni, lo studio sulle società alpine ha coinvolto antropologi e demografi non meno che gli storici, svelando i segreti della vita quotidiana in quel microcosmo di frontiera. Si scopre così che il primo ribaltamento sociale prodotto dall’emigrazione degli uomini è il protagonismo delle donne. Il loro lavoro nei campi mantiene in vita quella sorta di economia naturale che si contrappone a quella incentrata sul denaro, inaugurata dagli uomini che, lasciando periodicamente le montagne, imparano a monetizzare il proprio lavoro. Le brevi e saltuarie permanenze a casa degli uomini producono una rivoluzione dei costumi di intere comunità. Inoltre, la terra, da sempre avara e tiranna con l’uomo, si trasforma via via in puro oggetto di scambio per ottenere prestiti in denaro da chi, emigrando, ha per la prima volta la possibilità di accumularlo.

Luigi Lorenzetti, Raul Merzario
Il fuoco acceso.
Famiglie e migrazioni alpine
nell'Italia d'età moderna
pp. XII, 194
Donzelli, Roma 2005


La notte in molti posti è cambiata parecchio per via della presenza sempre maggiore d’illuminazione artificiale. Sembrerebbe proprio che le parole bibliche “Sia la luce!” siano diventate realtà nel mondo in cui viviamo, non solo di giorno, bensì anche durante le ore notturne. Che aspetto aveva un paesaggio notturno trenta o cinquanta anni fa? E che aspetto avranno fra dieci, venti anni, se continua la notturnalizzazione e l’illuminazione a tappeto? Di quanta luce ha bisogno l’uomo per vivere e di quanta oscurità? Il libro si occupa di queste e altre domande attraverso diversi approcci: Peter Zumthor cerca la dose umana di luce e oscurità nell’architettura e nel mondo figurato con una collana di testi letterari. Ivan Beer ha esaminato il paesaggio notturno e resone possibile l’esperienza. Nel libro viene documentata la passeggiata notturna del 13 agosto 2004. Il punto di vista storico, sociologico e l’osservazione satellitare viene sviluppato da Marco Marcacci, Ruth Hungerbühler, Luca Morici, Stefan Wunderle e Katja Maus. Essi si occupano in modo particolare degli sviluppi nella Svizzera meridionale e nell’arco alpino. Jon Mathieu ricostruisce la nascita del libro a partire da un progetto interdisciplinare del Programma Nazionale di Ricerca 48 “Paesaggi e abitati delle Alpi”.

Wieviel Licht braucht der Mensch, um leben zu können, und wieviel Dunkelheit? /
Di quanta luce ha bisogno l'uomo per vivere e di quanta oscurità?
a cura di
Peter Zumthor, Jon Mathieu, Ivan Beer
Hochschulverlag-Editrice compositori, Zürich-Bologna 2005


La descrizione della natura e della popolazione alpina dipende in generale dall’immagine che gli autori si fanno di loro stessi e dal contesto sociale in cui sono inseriti. Questo porta a una differenziazione “nazionale” del discorso alpino più grande di quanto non si sia finora considerato. Questo libro tratta la percezione delle Alpi nella storia della cultura europea e integra anche le voci alpine finora poco considerate. Come hanno reagito le popolazioni di montagna ai discorsi sulla montagna e sui montanari fatti da genti di pianura? Si costruivano esse un’identità valorizzando o piuttosto denigrando il lato alpino? Curata da Jon Mathieu e Simona Boscani Leoni, la miscellanea contiene una selezione degli interventi tenuti durante i tre workshops organizzati dall’Istituto di Storia delle Alpi (Università della Svizzera italiana) tra il 2001 e il 2003 e legati al progetto “The Elites and the Mountains” (2001-2005) sostenuto dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. I testi sono redatti in italiano, francese, tedesco e sono accompagnati da riassunti in inglese.

Die Alpen! Zur europäischen Wahrnehmungs-geschichte seit der Renaissance /
Les Alpes! Pour une histoire de la perception européenne depuis la Renaissance
a cura di
Jon Mathieu, Simona Boscani Leoni
455 pp.
Peter Lang, Bern 2005


L’analisi delle realtà regionali contemporanee è stata per lo più condotta finora su spazi politicamente omogenei. Lo sviluppo dell’Europa delle regioni ha però fatto riemergere una trama di rapporti che trascendono le barriere politico-istituzionali e che sono profondamente radicati nella storia del territorio.
I contributi di questo volume, frutto di un convegno tenutosi all’Università della Svizzera italiana a Lugano nel 2003, affrontano in un’ottica storica le trasformazioni e le molteplici identità di una regione transfrontaliera, quella insubrica, che si è recentemente dotata di una struttura istituzionale. Ne sono scaturiti percorsi di indagine che suggeriscono una rilettura dei rapporti territoriali e delle relazioni tra le componenti politico-istituzionali, socio-economiche e culturali.
Il volume inaugura la sezione ”Studi di Storia Alpina-Studies on Alpine History” promossa dall’Istituto di Storia delle Alpi dell’Università della Svizzera italiana, inserita nella collana ”Dibattiti & Documenti”.

Lo spazio insubrico.
Un'identità storica tra percorsi politici e realtà socio-economiche 1500-1900
a cura di
L. Lorenzetti, N. Valsangiacomo

300 pp.
Giampiero Casagrande editore, Lugano 2005
ISBN 88 7795 1478